Case popolari occupate

Le case popolari occupate abusivamente sono un fenomeno di cui forse si parla ancora troppo poco ma certamente in forte crescita. La pratica di entrare illegalmente in casa d’altri per poi appropriarsene o di occupare abusivamente alloggi popolari ancora senza inquilini è molto diffusa, un ignaro cittadino potrebbe di ritorno da un viaggio o peggio ancora da una degenza in ospedale, trovare la serratura cambiata e la sua dimora occupata da qualche sconosciuto. O peggio ancora potrebbe aver diritto all'abitazione per legge e non poterci vivere perché occupata abusivamente.

Vi sembra improbabile?

Purtroppo le statistiche, datate ma affidabili, sono allarmanti e parlano di 40.000 case popolari occupate abusivamente in tutta Italia (indagine Dexia Crediop per Federcasa sul Social Housing 2008) che se venissero assegnate a chi ne ha diritto permetterebbero a circa 100.000 persone di uscire da uno stato di emergenza.

Le leggi in questo senso non aiutano e chi si trova a dover subire l’occupazione ha spesso le mani legate, deve infatti passare attraverso un iter giudiziario dai tempi lunghissimi che scoraggia e demoralizza il cittadino.

La questione case occupate ha assunto particolare rilevanza a Venezia dove l’Agenzia Sociale per la Casa (Asc), un’associazione che “rivendica il diritto del cittadino di avere una casa in quanto parte di quel reddito di cittadinanza che lo stato non gli corrisponde ne riconosce”, ha infatti già occupato 29 alloggi pubblici illegalmente “ridistribuendoli” ad altrettante famiglie di nuovi inquilini, accusando inoltre il comune di tenere molte case sfitte e nel degrado non curandosi della situazione economica drammatica che sta vivendo la città.  

Ma la questione dell'occupazione illegale è un problema in molte città italiane: Roma detiene lo sgradevole record di essere la città con il più alto numero di case sfitte o invendute d’Italia (50mila) e il più alto numero di persone in emergenza abitativa, cioè senza casa (100mila), e vede l’ampliarsi di associazioni create ad hoc per risolvere il problema, come il “Comitato popolare per la casa”, le quali aspettano che le palazzine vengano costruite, le occupano e attendono che il comune per evitare tensioni sociali e malumori le compri lasciandoci dentro gli abusivi.

A Milano la situazione è ugualmente incontrollabile, negli ultimi due mesi si conta che siano state occupate abusivamente 166 abitazioni, con 123 sgomberi; nel capoluogo lombardo le occupazioni abusive sono cresciute negli ultimi 14 mesi del 20%, sottraendo così agli aventi diritto 612 alloggi, per un totale di 3575 proprietà pubbliche occupate illegalmente.

Questi sono solo tre esempi per tre città, ma la situazione è davvero molto simile a queste in tutta la penisola, un problema grave che sembra non essere affrontato con la giusta determinazione dalle istituzioni, riducendo il tutto ad una guerra tra poveri dove a rimetterci è sempre il cittadino.