Chiesa cattolica in Italia e tasse sugli immobili: il Papa condanna i conventi-alberghi
16 Settembre 2015
Papa Francesco: "I conventi paghino le imposte sugli immobili"
Ad un passo dal Giubileo, il Papa dice la sua sulla questione dei conventi-albergo e il "dio denaro".
«Un convento religioso è esentato dalle imposte, però se lavora come un albergo paghi le tasse, altrimenti l’impresa non è molto sana». Papa Francesco, intervistato dall'emittente radiofonica portoghese Radio Renascenca, dice la sua sul tema che da sempre infuoca i rapporti tra Stato e Chiesa: l'esenzione fiscale per gli immobili appartenenti al Vaticano.
Con la sentenza della Cassazione di Livorno si era riaperto questo tema molto delicato il quale ha schierato in campo diverse personalità politiche e religiose a favore o contro il provvedimento. Con la dichiarazione rilasciata alla radio portoghese, il Papa, proprio a ridosso dell'apertura del Giubileo dell'8 dicembre, condanna tutti i conventi che sfruttano l'accoglienza dei pellegrini per guadagnare di più.
"Ci sono conventi che sono quasi vuoti - ricorda il Papa - e anche lì può esserci la tentazione del dio denaro. Alcune congregazioni dicono: ora il convento è vuoto, facciamolo diventare un albergo e possiamo ospitare persone, mantenerci e guadagnare denaro. Bene, se desideri questo paga le tasse. Un collegio religioso è esente dalle imposte, ma se lavora come un hotel è giusto che paghi le imposte."
Secondo il decreto che regola la tassazione sugli edifici organizzati “non in forma imprenditoriale”, risalente al 2014 e voluto dal ministro Padoan, un convento o collegio religioso è esentato dal pagamento delle tasse sugli immobili se la sua attività non è continuativa in un arco di tempo annuale ed è esclusivamente riservata ad ospiti che abbiano finalità “spirituali”. Molte segnalazioni da parte di lavoratori del settore alberghiero residenti a Roma denunciano l'”illegalità” di certi istituti gestiti da religiosi che, invece, approfitterebbero dell'accoglienza riservata ai pellegrini per lucrare, oltre il limite concesso per legge.