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La nuova Detroit parte dalle case ecosostenibili

17 Giugno 2014

Detroit, una delle più popolose città degli Stati Uniti, è stata la prima città nella storia americana a dichiarare il fallimento nel luglio 2013, per un debito di 18 miliardi di dollari. Da ex capitale mondiale del settore automobilistico si è dovuta reinventare, a seguito del default e del conseguente spopolamento urbano, puntando su una rigenerazione urbana in chiave eco-sostenibile, con piani sulla tutela del suolo e di agricoltura collettiva. Con la rigenerazione urbana rinasce una città “fallita”: il sindaco David Bing ha infatti risposto al default con un piano urbano di downsizing, riducendo le dimensioni della città di un terzo, demolendo le parti abbondonate e raggruppando gli abitanti. Le lande desolate sono state trasformate in fattorie, creando una sorta di economia autoctona che dà vita anche a un mercato, l’Eastem Market, dove vengono venduti prodotti locali. A Detroit oggi si trova un’energia urbana sconosciuta nel resto d’America, ci sono ovunque caffè, locali, librerie e gallerie, soprattutto intorno alla zona universitaria.

Detroit insomma è in piena trasformazione: il cambio look avviene sia in campo agricolo che edilizio, dopo la bancarotta causata dalla crisi del settore, le numerose aree abbandonate, ridotte ormai in stato di degrado, verranno trasformate, in parte, in coltivazioni agricole. Per recuperarle dal degrado e riportarle a condizioni di vivibilità e di sfruttamento sostenibile, l'associazione no profit Michigan Urban Farming Initiative (MUFI) ha avviato un piano per dotare queste aree di abitazioni indipendenti, trasformando i terreni in coltivazioni agricole. Un primo insediamento 'pilota' verrà realizzato nei prossimi giorni grazie alla collaborazione della General Motor che offrirà container dismessi ed altri materiali di recupero provenienti dallo stabilimento di Detroit Hamtramck. Il progetto, avviato assieme a TAKD Design e all'Integrity Building Group of Detroit, prevede la conversione di container standard da 40 piedi di lunghezza (12 metri, quelli che si usano normalmente per i trasporti via mare o via ferrovia) in abitazioni da 30 metri quadrati circa di superficie, con zona living, due camere da letto, cucina e bagno. Un primo 'monolocale' riciclato sarà abitato per un anno da uno studente impegnato nel progetto, per verificare sul campo la correttezza delle soluzioni progettate a tavolino e mettere a punto i programmi di realizzazione delle coltivazioni agricole. Oltre a donare i container, GM, ossia General Motors, ha fornito altre parti di scarto, come, si legge, i contenitori delle batterie delle Chevrolet Volt, i pannelli insonorizzanti di diversi tipi di auto, i piccoli contenitori metallici delle linee di fabbricazione, gli armadietti dismessi degli spogliatori, il compensato di legno delle casse per le spedizioni e altro legname.

Un esempio da seguire come molti altri in giro per il mondo, infatti Detroit non è stata la prima città a rinascere da politiche virtuose, basti pensare a San Francisco per il riciclo dei rifiuti, a Schönau per l‘energia e a Copenaghen per le sue politiche sulla mobilità.



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