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Meno risparmio e investimenti immobiliari

29 Giugno 2011

Risparmio e casa non sono più le parole d'ordine degli italiani. Lo rivela l'ultima ricerca di Nomisma sulla situazione economico-finanziaria delle famiglie italiane e l'investimento immobiliare, che rivela come l'incertezza economica seguita al credit crunch degli ultimi anni abbia cambiato il profilo finanziario di 24,6 milioni di nuclei familiari del Belpaese, minando le due caratteristiche che hanno consentito all'Italia di sopravvivere alla crisi meglio di altri Paesi.


Nel 2010 il tasso di risparmio tricolore è sceso al 12%, sotto quello di Francia e Germania, e appare poco probabile che torni a risalire nei prossimi anni. Infatti inflazione, mercato del lavoro instabile e misure di risanamento fiscale ne erodono il valore reale e il potere d'acquisto, rendendo molto difficile l'accantonamento di denaro. Il 54% degli intervistati ha dichiarato di non essere riuscito a risparmiare nulla negli ultimi 12 mesi (un calo del 3% rispetto ad un anno fa), e tra le cause indicate spicca l'inadeguatezza del reddito a sostenere le spese familiari. I meno capaci di risparmio risultano essere i 45-54enni (il 60%), gli artigiani/commercianti (74%) e gli operai (62%).


Per chi invece riesce a risparmiare e ad investire, il mattone non è più il bene rifugio preferito. Se nel 2010 era il 13,9% degli italiani ad investire nell'immobiliare, nel 2011 la percentuale scende all'8,7%. Inoltre, il 7% in più degli intervistati, rispetto all'anno scorso, dichiara di non voler acquistare un'abitazione nel prossimo anno.
Chi, comunque, lo farà, in tre casi su quattro sceglierà di accendere un mutuo: l'anno scorso erano solo un caso su due. Ecco l'identikit del nucleo familiare che compie questa scelta: per circa il 90% sono famiglie giovani (capofamiglia sotto i 34 anni), con meno di quattro componenti e residenti nel centro e nel sud Italia. La ragione per cui lo fanno è liberarsi dal peso della casa dove vivono, spesso non di proprietà e le cui spese, soprattutto gli affitti, sono troppo onerose per il tenore di vita della famiglia e non consentono alcun tipo di risparmio. A questa difficoltà si aggiunge l'ulteriore frustrazione del difficile accesso al credito.

 



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