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Microabitazioni a Auckland

08 Luglio 2014

Ormai lo abbiamo capito, di case particolari nel mondo ce ne sono molte, questo caso è pero unico nel suo genere: parliamo di due capanni identici, costruiti per due amici in una remota regione costiera a nord di Auckland, in Nuova Zelanda. Uno è di proprietà di Michael Lett, titolare di una delle maggiori gallerie d’arte contemporanea dell’emisfero australe; l’altro del biologo Mark Farnsworth. L’acquisto del lotto da parte dei due professionisti risale al 2011. Grazie ad alcuni amici, proprietari di un terreno vicino, Lett conosceva la zona e all’epoca il terreno era molto diverso da ora, i due amici decisero di riportarlo al precedente stato boschivo così si rivolgono a Gary Boyle, paesaggista di grande intuito, con cui avviano l’opera di riforestazione. Un capanno era già presente sulla proprietà. Lett e Farnsworth sono intervenuti sulla struttura, apportando le modifche minime necessarie per renderla temporaneamente abitabile. Dopo nove mesi trascorsi a piantare, riorganizzare il paesaggio, cucinare all’esterno e iniziare ad ambientarsi, i due amici contattano lo studio dell’architetto Nat Cheshire di Auckland per la defnizione del progetto. Doveva essere una costruzione piccola e compatta, una stanza per una o al massimo due persone, con l’aria non troppo casalinga. Dal disegno preliminare ci sono voluti circa due anni prima che i proprietari potessero pernottare nei loro capanni di 29 metri quadrati, collocati su due ettari e mezzo di terra. I capanni condividono la stessa architettura, mentre gli interni sono a misura di proprietario. In quello di Lett, rivestito in moduli di multistrato verniciato nero, gli arredi sono di Donald Judd e le opere di Josh Smith e Hany Armanious. Nel capanno di Farnsworth, con pannellature in compensato in una calda tonalità miele, trovano spazio accoglienti tappeti Kilim e l’attrezzatura per la marmellata. L’esterno delle costruzioni è identico, realizzato con pino ed eucalipto locali e doghe di cedro trattate a famma, un’antica tecnica giapponese di conservazione del legno. I capanni non sono allacciati alla rete elettrica e montano pannelli solari sul tetto. Acqua piovana e acque refue sono riutilizzate all’esterno tramite un sistema irriguo a goccia. Entrambi i progetti hanno un bagno con doccia all’aperto, una cucina con mini-frigo, piano cottura e lavastoviglie a cassetto, una zona salotto con arredi essenziali, ma raffinati, e un soppalco-letto. Due ampie finestrature completano i capanni: una utilizzata come ingresso, l’altra come afaccio sull’esterno, per immergersi nel panorama. Fuori le abitazioni sono perfettamente uguali, e dentro completamente diverse. Una scura e l’altra chiara. Contemporanea quella di Lett, accogliente quella di Farnsworth. Arredata con colti pezzi d’arte la prima, a base di comfort etnico la seconda. I due capanni sono stati selezionati in Nuova Zelanda per il premio Home of the Year 2014 da Jeremy Hansen, direttore di Home Magazine, dall’architetto londinese Amanda Levete e da Ben Evans,  direttore del London Design Festival.



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