Studiare fuori sede ? un lusso per pochi

Ricominciano le lezioni universitarie. Tantissimi studenti affollano nuovamente le città, e i paesi limitrofi, che sono sede di ateneo.

I costi, come sempre, per le camere destinate agli studenti sono piuttosto elevati. Molti di essi, infatti, pur di studiare devono accontentarsi di un posto letto e di condividere la stanza con altri.

La condivisione riguarda, ovviamente, anche i servizi dell'appartamento ossia cucina e bagno.

Nei migliori dei casi si convive in tre-quattro persone. In altri, in base alla grandezza della casa, ci si ritrova in 7-8 e forse di più.

Studiare fuori sede per tanti è un lusso. Solo i più abbienti e fortunati riescono ad affittare un monolocale o una casa indipendente con più stanze. Della loro fortuna - in questo preciso momento storico -,forse, non si rendono neanche conto.

Studiare a Milano può costare 460 euro (per una camera condivisa) mentre a Roma 450. A questi si devono aggiungere i costi per vitto, libri, tasse universitarie. Chi vive in una casa indipendente deve fare anche i conti con riscaldamento, energia elettrica e altre utenze (le pagherà - o meglio le pagheranno i genitori - al 100% in quanto unico occupante).

Come sempre ogni anno ci si ritrova a fare i conti con i posti letto disponibili nelle case dello studente e nei collegi universitari. Il loro numero, lo si scrive sempre ma la situazione cambia raramente, è di gran lunga inferiore alla richiesta e alle necessità. Si stima che i posti letto disponibili, in tutta Italia, siano appena il 5% del numero dei fuori sede.

La città universitaria più costosa è Milano seguita da Roma. 320 euro a Bologna che sembra essere tra le meno care.

Cifre che, chi conosce il mondo universitario lo sa, potrebbero anche essere più alte in città universitarie meno ambite. Aumentare, ma davvero, il numero dei posti letto nelle case dello studente sembra necessario e non procrastinabile.


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