Immobiliare Usa ancora in calo

 

Dal fronte macroeconomico americano deludono le vendite di case negli Stati Uniti. Dopo i dati incoraggianti degli ultimi tempi: costruzioni di nuove abitazioni cresciute del 15,7% rispetto a mese precedente, a 1.093 mila unità dalle 945 mila riviste del mese precedente e permessi edilizi rilasciati saliti dell'8,1% a 1.052 mila unità dalle 973 mila unità riviste del mese precedente, con una crescita su anno del 7,7%, le vendite di case negli Usa sono calate in agosto per la prima volta in cinque mesi, segno che il mercato immobiliare americano continua a procedere a corrente alternata.

L’indicatore, calcolato dalla National Association of Realtors, ha registrato un ribasso dell’1,8% a 5,05 milioni di unità. Il dato è stato inferiore alle previsioni degli analisti, che invece si attendevano un rialzo a 5,2 milioni di unità. A luglio il dato si era attestato a 5,14 milioni di unità, dato rivisto al ribasso dai 5,15 milioni della prima stima. Le vendite ad agosto sono inoltre più basse del 5,3% rispetto a un anno prima e molto al di sotto dei 5,38 milioni di unità di luglio 2013. Una motivazione? Lawrence Yun, capo economista del Nar, ha parlato di standard più severi che mettono il freno agli acquisti da parte del grande pubblico, i prezzi mediani delle case infatti sono cresciuti del 4,8% rispetto all'anno scorso a 219.000 dollari.

La crisi economica non aiuta e produce una nuova serie di compratori detti “boomerang”, cioè compratori che tornano sul mercato immobiliare in seguito a pignoramenti con la vendita di un immobile a un prezzo inferiore a quanto si dovrebbe ancora saldare per estinguere il mutuo, subiti durante la crisi. Ad esempio, chi si è visto pignorare la casa per aver perso il lavoro durante la recessione potrebbe essere in grado di fare ritorno velocemente sul mercato del mattone mettendolo in difficoltà con prezzi dettati dalla necessità di vendere subito.

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