Il Consiglio dei Ministro ha dato il via libera definitivo al decreto legislativo che riattiva le commissioni censuarie, gli organismi che di fatto daranno vita alla riforma del catasto.
Quella che dovrà riscrivere l'anagrafe immobiliare del nostro Paese censendo oltre 62 milioni di immobili. Una riscrittura che serve a riavvicinare i valori fiscali degli immobili italiani a quelli reali importante soprattutto perché, sulle nuove valutazioni, saranno calcolate le tasse sugli immobili, dalla Tasi all'Imu.
La principale novità prevista dalla riforma è che il valore patrimoniale sarà stimato non più sui vani di ogni immobile ma sui metri quadri, sulla posizione e sulle caratteristiche di ognuno, partendo dal valore di mercato in possesso dell'Omi (Osservatorio del mercato immobiliare). Per fare il calcolo della rendita catastale ci si avvarrà di un algoritmo - che dovrà essere prima convalidato da un decreto legge - che si baserà sui valori medi del costo degli affitti per la zona presa in esame. Inoltre le aree catastali sarebbero riviste per renderle più omogenee arrivando a una revisione delle categorie che diventerebbero 28-30 al posto delle 45 attuali. Contestualmente partirebbe il censimento sugli immobili per scoprire eventuali edifici non presenti al catasto e quindi assenti per il fisco.
Intanto le associazioni dei consumatori sono sul piede di guerra, stimano infatti un aggravio delle tasse sulle tasche degli italiani per importi fino a 260 euro se contestualmente all'aumento del valore catastale delle abitazioni non venissero diminuite le quote relative alle aliquote Tasi e Imu che si basano proprio sulle rendite conteggiate dal catasto. L'aumento dei valori al catasto avrebbe anche un ulteriore danno: tutte le rette calcolate sulla base delle fasce isee verrebbero probabilmente modificate andando a danneggiare ancora di più portafogli e stile di vita delle famiglie meno abbienti.
Lista Articoli