Approfondiamo la questione riguardante la riforma del catasto di cui sono state gettate le basi alla fine del 2014 e che entrerà però in vigore nel 2018/19. La riforma prevede essenzialmente l’introduzione di criteri di mercato per l’identificazione del valore fiscale e la modifica del sistema attuale, basato sui vani, a quello dei metri quadrati. Novità non positive per i proprietari di case: secondo le ultime fonti, infatti, la riforma potrebbe portare far aumentare e non di poco il valore catastale delle case e quindi di conseguenza vedrebbe aumentare le imposte annesse alle abitazioni, come Imu e Tasi appunto. Una situazione che varia da città a città, ovviamente, e anche da quartiere a quartiere: la più penalizzata sarebbe Messina dove l’incremento teorico dell’imposizione sarebbe del 221% ai fini Imu e Tasi e addirittura del 367% per l’imposta di registro da versare all’acquisto. A Milano Imu e Tasi crescerebbero del 120% mentre per comprare si pagherebbe il 220% in più. Nella Capitale i due valori di incremento sono rispettivamente 77,4 e 158%. La città che ha meno da temere è Torino, dove la differenza tra imponibile Imu/Tasi e valore fiscale è solo del 16%. Ricordiamo che la riforma del catasto prevede il passaggio dal sistema che tiene conto dei vani a quello che invece concerne il computo dei metri quadri. Il momento più delicato della vicenda avverrà quando il governo nei prossimi mesi stabilirà i criteri attraverso i quali verranno determinati i nuovi estimi catastali. Gli immobili coinvolti dalla riforma saranno circa 62 milioni.
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