Come vi avevamo già anticipato tra le novità attese nel Cdm del prossimo 20 febbraio c’è anche il decreto delegato relativo alla riforma del catasto, che dopo l’approvazione del Consiglio dei ministri, dovrà avere il lasciapassare anche dalle Commissioni parlamentari competenti. L’obbiettivo del governo è completare la riforma entro cinque anni, avviandola non oltre il primo luglio 2015 e, dunque, avendo portato a termine l’aggiornamento di tutti gli immobili esistenti con data ultima 31 dicembre 2019. La riforma prevede di riportare tutti i titolari di immobili non archiviati entro i confini della legalità, ma andiamo nel dettaglio:
La riforma catastale, che cambierà il sistema di calcolo delle rendite dai vani ai metri quadri, classificherà gli immobili in 3 grandi categorie; nessuna distinzione quindi tra abitazioni signorili, ordinarie e popolari, scompariranno le categorie catastali A/1, A/2, A/3. Altra novità, gli immobili di interesse storico-artistico subiranno sconti fino al 30% di rendite e valori patrimoniali per palazzi oltre i 300 mq che saranno considerati nella nuova categoria ordinaria. Per calcolare con esattezza il valore del proprio immobili poi, sarà fondamentale conoscere il numero dei vani entro cui questo è stato suddiviso, a seconda dei parametri stilati anche dalle autorità locali. Ma a completare la definizione catastale dell’immobile interverranno anche altri indici, anch’essi da moltiplicare per i metri quadri, come la conservazione dell’edificio e la sua centralità. Così, tra i nuovi indicatori della metratura, saranno inclusi anche la presenza di ascensori e affacci, tra gli altri. A cambiare sarà anche la base imponibile sulla proprietà dell’immobile, che passerà da rendita catastale a valore patrimoniale, al fine di uniformare imposizioni centrali e locali. In generale, è possibile, comunque, che a trarne vantaggio siano i proprietari di abitazioni in periferia, dove la conversione tra vani e metri quadrati potrebbe ridurre la misurazione dell’immobile. Saranno, innanzitutto, gli immobili di categoria C a trovare, con ogni probabilità, il trattamento peggiore, dal momento che, in molti casi, si tratta di edifici già registrati in metri quadrati.
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