Di case piccole e comunque confortevoli ce ne sono diverse come la Keret House, la più stretta al mondo, o quella ideata dal progettista americano Chris Heininge, ma la casa più piccola ed elegante al mondo si trova a Milano, in zona Bocconi, molto vicino all’università. Uno scrigno di sette metri quadrati in viale Tibaldi, costo circa 75 mila euro, corredata di mini elettrodomestici, lavastoviglie da sei, lavatrice da tre chili, progettata dallo studio di architettura Milano Abita. Un mercato di nicchia, quello delle temporary house: appartamenti di tramite utilizzati come pied-à-terre da professionisti della settimana corta e studenti fuorisede. Acquirenti che preferiscono mini immobili rifiniti nei dettagli e posizionati in un quartiere sicuro. Un trend in espansione sulla scia di grandi capitali internazionali come New York e Parigi: in cinque anni, l’attività è iniziata nel 2009, il fatturato di Milano Abita è cresciuto del 500 per cento. Il business, a sentire Martina Margaria, 43 anni, architetto, titolare dello studio, è iniziato per questioni di budget ridotto, ma non ha mai rinunciato agli optional e al comfort: per esempio questo piccolo gioiello dispone infatti di parquet in rovere sbiancato, bagno in raro marmo azzurro Azul Macaubas, doccia, rubinetterie di design, lavatrice, aria condizionata, porta blindata. L’unico punto a sfavore riguarda il lato festaiolo che spesso contraddistingue gli studenti universitari fuori sede. Qui, infatti, non è possibile organizzare feste con amici ma, in compenso, l’ambiente è davvero particolare e suggestivo.
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