Il 16 giugno, 15 milioni di contribuenti residenti in 5.279 comuni italiani hanno un appuntamento fiscale: scade il termine per pagare le tasse sulla casa, cioè l'acconto di Imu e Tasi. Accantonato almeno per quest’anno il progetto di introdurre la tassa unica, la cosiddetta local tax, anche per il 2015 si pagheranno IMU e Tasi in due tranche, la prima entro il 16 giugno e la seconda entro il 16 dicembre. A pagare l’acconto dell’IMU sono i proprietari di immobili adibiti ad abitazione principale ma solo se rientrano nelle categorie catastali A1, A8 e A9. In sostanza l’IMU per il 2015 si paga, come per il 2014, sulla prima casa solo se questa è di lusso o di pregio. Nessuna distinzione in base alla classificazione catastale invece per quanto riguarda le seconde case su cui si paga comunque l’Imu. Il primo problema è come pagare: l'ipotesi di bollettino precompilato dei comuni è caduta davanti alla mancanza di un obbligo per le amministrazioni. Non solo tale obbligo non emerge dalla normativa vigente ma esso è nella pratica inattuabile. Perché non esiste l'esatta conoscenza dei soggetti passivi e perché l'invio di modelli precompilati è incompatibile con la data di pagamento dell'acconto e non combacia con la scadenza della dichiarazione Tasi. Il contribuente potrà chiedere aiuto e i Comuni devono assicurare i servizi di assistenza al contribuente comprensibili della compilazione dei bollettini di pagamento. A creare ulteriore confusione e disagi tra i contribuenti entra in gioco anche la possibilità concessa ai Comuni di approvare i loro bilanci preventivi 2015 entro il maggior termine del 31 luglio 2015 (invece del 31 maggio), con la conseguenza che slitterà alla stessa data il termine entro il quale i comuni dovranno deliberare le aliquote e le detrazioni relative all'applicazione dell'Imu e della Tasi per il 2015.
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