Nell'ultima assemblea nazionale del Partito Democratico del 18 luglio, tenutasi all'EXPO a Milano, il premier Matteo Renzi ha illustrato le prossime mosse del suo governo: tra le promesse del Presidente del Consiglio c'è anche l'abolizione della tassa sugli immobili. Questo provvedimento cambierebbe significativamente le carte in tavola, non solo a livello politico, ma anche in campo finanziario.
Piccolo ripasso per chi non ricorda cosa sono IMU e TASI.
L'IMU o Imposta Municipale Unica è, brevemente, un'imposta applicata alla componente immobiliare del patrimonio; essa, dunque, tassa il possesso di beni immobili (fabbricati, inclusa abitazione principale e pertinenze, e terreni agricoli). La riscossione del tributo compete al Comune, il quale incassa anche le somme recuperate, le sanzioni e gli interessi. Allo Stato, poi, è riservata una quota di imposta municipale propria pari al 50% dell'incasso derivante dall'applicazione della tassa agli immobili diversi dall'abitazione principale e relative pertinenze e dai fabbricati rurali ad uso strumentale.
Il TASI, Tributo per i servizi indivisibili, riguarda i servizi comunali rivolti a tutta la collettività dei quali è impossibile calcolare il beneficio che ne ricava il singolo cittadino (come per esempio polizia locale, protezione civile, viabilità, manutenzione del verde pubblico, tutela dell'ambiente, del territorio, degli immobili comunali, del patrimonio storico, artistico e culturale, pubblica illuminazione, socio-assistenziali, cimiteriali e relativi alla cultura e allo sport).
Viene calcolato sulla base imponibile della rendita catastale di fabbricati (rurali ed urbani), compresa l'abitazione principale, e aree edificabili, ad eccezione dei terreni agricoli e viene pagato in base alla quota e ai mesi di possesso dell'immobile. TASI, IMU e TARI compongono l'Imposta unica comunale.
TASI e IMU: come e quanto si paga?
Prima di essere IMU, la tassa sugli immobili è stata ICI e poi TASI; rimane, però, la tassa più odiata dagli italiani, che sono in maggioranza proprietari della propria abitazione.
L'imposta sugli immobili nasce con la Finanziaria di Amato del 1992 con il nome di ISI e diventando poi ICI. Questa diventa una delle prime fonti di reddito per i comuni italiani.
La sua abolizione diventa il cavallo di battaglia della campagna elettorale di Silvio Berlusconi del 2006, che, nonostante ciò, non arriva al governo che invece sarà occupato da Romano Prodi.
Il Professore interviene nella questione ICI allegerendo l'imposta sulla prima casa di 1,33 per mille, fino ad un massimo di 200 euro.
Nel 2008 Berlusconi riprende la campagna elettorale puntanto tutto sull'abolizione dell'ICI (e dell'imposta sulla prima casa) che verrà concretizzata con la sua instaurazione al governo. Veniva meno, però, la fonte di introiti più fruttuosa per i comuni italiani: il problema viene ovviato con l'introduzione dell'Imposta municipale propria (l'IMU per l'appunto), applicata alla componente immobiliare che incorpora la tassazione sul reddito delle persone fisiche e relative addizionali legate ai redditi fondiari dei beni non locati e l'ICI. Approvata nel marzo 2011, viene introdotta nel 2014.
Fondamentalmente, l'ICI diventa IMU. Con l'arrivo di Monti al governo nel 2011, ritorna la tassa sulla prima casa che verrà messa a regime nel 2015. Cambia il nome, diventa TASI, un contributo per pagare i servizi che il Comune mette a disposizione dei cittadini, ma di fatto serve a recuperare denaro per sanare il debito pubblico, dovendo seguire le direttive di Bruxelles rivolte all'austerity.
Di fatto, la tassa ha cambiato il nome ma non la sostanza. L'abolizione di IMU e TASI rientra in un progetto di riduzione della pressione fiscale.
Ma la sua abrogazione cosa comporterà per il mercato immobiliare? Bisognerà aspettare il 2017 per scoprirlo.
AGGIORNAMENTO: Secondo le utlime dichiarazioni del premier, già a dicembre 2015 verrà eliminata la tassa sulla prima casa.
Lista Articoli