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Liberalizzazione energetica. I prezzi faticano ad adeguarsi

28 Maggio 2010

A dieci anni dall’avvio del processo di liberalizzazione del mercato energetico gli indicatori di mercato assegnano all’Europa risultati ancora modesti in fatto di concorrenza. A fare gli sforzi maggiori, secondo uno studio curato dall’istituto per la Competitività dal titolo ‘Quali risultati delle liberalizzazioni energetiche in Europa e in Italia?' sarebbe stato proprio il nostro Paese, l’unico del gruppo Ue-15 a passare da un livello di concentrazione alto a uno moderato nel quinquennio 2003-2008, con una riduzione della quota detenuta dal maggiore operatore di mercato crollata dal 71% del 1999 al 31% del 2008, nel confronto con un risultato medio europeo passato dal 59% al 49%. Se in ambito comunitario la diversificazione in tema di generazione resta in generale modesta, l’Italia peggiora la sua performance soprattutto in relazione al settore gas, collocandosi al di sotto della media nella separazione delle reti di trasporto seppure al di sopra del benchmark europeo nelle reti di distribuzione. A dispetto di tali sforzi l’Italia avrebbe però registrato paradossalmente, secondo la stessa ricerca, i maggiori prezzi in fatto di elettricità nel periodo ’99-2008, sia a livello di consumi domestici che industriali. Un gap leggermente ridotto nel corso degli anni e tuttavia di nuovo in ripresa a partire dal 2009, e legato soprattutto al mix delle fonti, dove una maggior quota di carbone, idroelettrico e nucleare tra le fonti impiegate nella generazione si traduce in generale in prezzi mediamente più bassi. L'Italia, contraddistinta all’inizio del processo di liberalizzazione da prezzi del gas superiori alla media Ue-15 avrebbe successivamente ridotto il divario per i consumi domestici a partire dal 2004 disallineandosi però nuovamente dal 2009. A livello europeo lo studio avrebbe dimostrato una minore eterogeneità dei prezzi post-liberalizzazione rispetto alla fase precedente per effetto della maggiore integrazione dei mercati sia nel gas che nell'elettrico. Secondo l’ultimo rapporto annuale pubblicato dall’Istat la domanda di elettricità nel nostro Paese (pari a 317,6 miliardi di kWh nel 2009, in calo del 6,5% sul 2008) sarebbe soddisfatta per l’86 per cento dalla produzione nazionale e per il restante 14 per cento dalle importazioni nette (in crescita dell’11% rispetto al 2008), a fronte di un aumento dell’apporto dell’idroelettrico in ragione del 3,4%.



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