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Segnali di ripresa dall'incrocio tra prezzi e contratti

14 Giugno 2010

La discesa dei prezzi rallenta e il boccino della trattativa immobiliare potrebbe passare in futuro dalle mani dei compratori a quelle dei venditori, nel caso i segnali di possibile ripresa del mercato dovessero trovare conferma nei mesi a venire. L’ipotesi deriva dall’analisi effettuata dal CorrierEconomia incrociando i trend di prezzi e contratti in una sorta di ‘superindice’ del mattone costituito per i due terzi dalla serie storica dei prezzi rilevata da Nomisma e per un terzo dai dati delle compravendite forniti dall’Agenzia del Territorio, assegnando un peso inferiore alla dinamica delle transazioni vista la mancata proporzionalità tra l’eccesso di offerta e la flessione delle quotazioni. L’indice così ricavato è stato confrontato con una sorta di match di tennis in modo che a un andamento negativo delle variazioni annue corrisponda una situazione più favorevole all’acquirente mentre la risalita dell’indice segali al contrario un ‘ritorno in battuta’ del venditore.
Secondo la stessa analisi i margini di trattativa potrebbero in futuro restringersi in città come Roma, Napoli o Firenze. Nel primo caso l’indice potrebbe infatti elevarsi di cinque punti entro la fine del 2010 tenendo a riferimento l’andamento degli ultimi mesi nonché il progressivo assorbimento dell’offerta, elemento di contro mancante a Milano. Le ‘prove tecniche’ di ripresa evidenziate dal mercato nel primo trimestre 2010 hanno visto un aumento delle transazioni residenziali rispetto allo stesso periodo del 2009 pari al 4,2% a livello nazionale, un dato che segna rispettivamente il +10,3% a Milano, il +15,6% a Roma e il+ 20% a Firenze, con la città di Torino in controtendenza (-2,3%).
Secondo i dati di inizio giugno citati in riferimento alle rilevazioni di Ubh (Grimaldi e Professione casa), l’andamento delle quotazioni evidenzia ancora valori in calo su base annua (oscillanti tra il -2,4% delle zone di pregio e il -6,8% della periferia a Milano, con valori compresi tra il -1,1% e il - 6,8% a Roma). Il calo è stato contenuto nei capoluoghi di provincia in riferimento alle quotazioni del nuovo degli ultimi tre anni, assestandosi mediamente intorno all’1,1% secondo i dati di Scenari Immobiliari, un dato che nel caso della città di Verona (+7% negli ultimi tre anni) raggiunge il valore record del +107% nell’ultimo decennio (al confronto con una media nazionale del +59%). Il peggio sembrerebbe comunque ormai alle spalle nonostante i rischi connessi all’eccesso di offerta del nuovo nei comuni della cintura metropolitana, a eventuali manovre restrittive e soprattutto alle traballanti prospettive occupazionali: secondo un recente sondaggio realizzato da Format, un italiano su tre sarebbe alla ricerca della casa in attesa tuttavia di certezze in fatto di reddito.



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